Un preampli tedesco che non ha nulla di tedesco
…se pensiamo a quell’impostazione sonora tendente al freddo, a una eccessiva apertura sulle alte frequenze che contraddistingue molta produzione tedesca, ecco, il Merlin non è di questa razza.
Innanzitutto un po’ di ordine, forse non esaustivo, visto che anche all’interno delle stesse serie nel tempo sono cambiati alcuni particolari, sulle tante versioni circolanti di questo pre:
1) comparso sul mercato nella seconda metà degli anni Ottanta, la prima versione tedesca aveva ingressi sia linea che phono.
2) seguì la versione Export (1991-1999) quella cioé modificata dall’importatore italiano (cablaggio vdh610, in alternativa, con un aumento di prezzo, vdh silver ). Era poi possibile avere il mobile in legno di rosa o upgrading sullo stadio phono.
3) venne poi resa disponibile la versione solo linea; arrivò panche la versione LS Plus, dotata di un filtro Beag che avrebbe dovuto analogicizzare il suono del CD (primi anni Novanta).
5) sempre dagli anni Novanta per tutti i modelli era disponibile un upgrading che prevedeva una alimentazione esterna
6) e arriviamo all’Ultimate, nella sostanza un Klimo Export dotato di cablatura Klimo e alimentazione esterna già fornita di serie.
Questa a grandi linee la storia del Merlin. Il Merlino è invece un progetto sviluppato dal distributore italiano quando è divenuto proprietario del marchio. Pre più economico del Merlin ma non della stessa levatura.
Il suono del Merlin che sto ascoltando ora, versione dei primi anni Novanta con ingresso linea e phono, possiede, secondo me, una grande capacità introspettiva sul segnale pur mantenendo un suono estremamente caldo e materico. Proprio per questa sua capacità risulta estremamente trasparente senza mai essere affaticante o tagliente. E’ un suono pieno di nuances, tridimensionale e ambrato ma sempre ricco di dettagli e capace di restituire tutti i particolari del messaggio sonoro. Cosa non facile, spesso i pre, anche quelli costosi, riescono a fare solo una di queste cose: tanto dettaglio a scapito della musicalità oppure calore e densità a scapito dei dettagli. Il Merlin riesce a coniugare in un giusto equilibrio questi due aspetti con una dinamica giusta, come deve essere per non dare la sensazione di un suono pompato e artificiale.
Insomma, siamo al cospetto di un grande preamplificatore, capace di porgere il segnale in ingresso con estrema raffinatezza, tridimensionalità, trasparenza e un grande palcoscenico sonoro. Senza nessuna fatica d’ascolto.